Il bello di vivere nell'epoca del 2.0 è che una notizia non arriva soltanto da una fonte (chessò, il Tg1 o Il Messaggero) ma giunge sui nostri pc attraverso quotidiani on-line, agenzie, Twitter, FaceBook, G+ ed ugnuno di questi vettori presuppone Forum di discussione che rendono una notizia qualcosa di molto complesso, dinamico e vivo.
Il brutto è quando percepisci che a fronte di alcune considerazioni oggettivamene insindacabili per una società che ha il vanto di definirsi democratica (al punto che talvolta si sente perfino in diritto di esportarla tutta questa democrazia...), giungano spesso in risposta echi esasperati di intolleranza ed odio. Qualche esempio, l’amministratore delegato dell’Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi viene gambizzato e ci si aspetterebbe una grossa reazione, ma la rete non condanna affatto compatta questo gesto. A dire il vero la notizia finisce per diventare la premessa ad un'altra notizia che, insinuosa, serpeggia su internet: anche Grillo è di Genova, ci sono connessioni ? E quindi giù polemiche: "è un attacco ai grillini", "ma non chiamteli grillini", "si, perchè è Grillo semina odio", "no, perchè sono i media in combutta coi politici - tutti uguali e tutti cattivi - che lo vogliono affossare". Ora, al di là del fatto che secondo me Grillo semini davvero odio (e gioca consapevolmente sporco in un periodo in cui gli italiani hanno i nervi a fior di pelle) la notizia è un'altra, abbiamo vagamente idea di cosa significhi essere gambizzati? Ho letto una bella intervista ad Antonio Iosa, militante Dc, che nel 1980 fu appunto ferito da Walter Alasia delle Brigate Rosse. Da quando Iosa è stato colpito a entrambe le gambe ha dovuto subire 34 interventi chirurgici per le conseguenze dirette o indirette di quel ferimento e, al di là della menomazione fisica, l'uomo spiega che la gambizzazione non è affatto, come molti pensano, un attentato minore, "perché la vittima - anche quella colpita in modo lieve - subisce un trauma psicologico che lo accompagna per tutta la vita e perché i terroristi le attribuiscono un alto significato simbolico, quello di colpirne uno per educarne cento". Se sparare ad un uomo ed ammazzarlo per le sue idee rappresenta l'ultimo livello dell'intolleranza politica (quella criminale) gambizzarlo è solo il gradino più basso. Questo Paese troppo spesso dimentica la sua storia, l'inizio delle BR e le prime reazioni che accompagnavano le azioni terroristiche dei "compagni che sbagliavano". Ve lo devo ricordare io, che neanche ero nato? Altro esempio, stamattina su Facebook il Senatore Lucio D' Ubaldo che, tanto perchè i politici son tutti uguali e disinteressati alle persone, praticamente ogni giorno cerca il confronto con la gente sul social network, ha scritto "Destano preoccupazione i 270 atti d'intimidazione ai danni dell'Agenzia Equitalia in meno di un anno". C'è modo di non essere d'accordo con questa affermazione? Eppure, oltre a chi per fortuna è con lui nella difesa delle istituzioni, alcuni utenti hanno espresso il proprio piglio perchè comunque pagano troppe tasse, snocciolando conti privati e drammi pubblici. Mi si risponde che le persone ed i loro piccoli innoqui estremismi vanno capiti, sono tese perchè c'è la crisi; la soluzione è dunque ignorare che il terreno che divide il giusto dallo sbagliato si fa sempre più sdrucciolevole ? Ed in questo clima quanta responsabilità ha chi soffia sul fuoco del "sono tutti uguali, sono morti, sono salme" riproponendo modi e toni da guerra civile? L'antipolitica spicciola post tangentopoli ha già prodotto due signori che si presentavano come il nuovo, uno sorridente nel suo doppiopetto blu, l'altro urlante nella sua canottiera a coste: Silvio Berlusconi ed Umberto Bossi. Vogliamo andare davvero dietro all'ennesimo pifferaio (seconda stella a destra, ingovernabilità ed estremismo, e poi dritto fino alla Grecia) o forse è il caso di smetterla di aderire supini e partecipare alla ricostruzione con idee, speranze e progetti propri? L'epoca dei salvatori credo sia finita, vorrei iniziasse il tempo della partecipazione condivisa di un bene comune: la nostra democrazia.
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Agosto 2017
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