
Personalmente non ce la faccio proprio a vedere un partito ostaggio di diatribe vecchie di dieci anni o conflitti intergenerazionali che danno, nel primo caso, un'idea di immobilismo e, nel secondo, la sensazione di una lotta per il potere forse legittima - o inevitabile - ma che in questa situazione sociale credo crei quantomeno disaffezione.
Io dal canto mio avverto l'urgenza di esserci: esserci ed essere consapevoli della grande responsabilità che ci accingiamo a raccogliere, non si può e non si deve vivere i prossimi mesi come l'ennesimo teatrino finalizzato a rincorrere Berlusconi e le sue boutade, quello è il suo campo e se lo tenesse. Noi abbiamo, ripeto, una grande responsabilità e come tale questa riecheggia a tutti i livelli, dai quadri militanti agli ordani dirigenti.
Va quindi bene la lealtà a Monti, va bene lavorare ad una nuova legge elettorale con premio di maggioranza e elezione diretta, vanno bene le primarie e mi auguro risoluzioni chiare quanto a tempi, modi e rispetto delle regole, libere da personalismi, strategie di scuderia e reazioni che presuppongono malafede. Detto ciò, procedure democratiche e lesa maestà a parte, sarei stato curioso di vedere come l'assemblea si sarebbe posta rispetto ad un voto sulle unioni gay e ragionare una volta per tutte in termini di realismo, maggioranza e minoranza. D'altronde la data del voto si avvicina ed è noto che per intercettare il voto degli indecisi non basta mettersi tra loro.