Chi mi conosce o più semplicemente mi legge sa che di calcio non mi interesso, il più delle volte io ignoro lui e lui ignora me. Quello che è successo stasera allo stadio olimpico ha però poco a che fare col gioco del calcio. Non c'entrano nulla col gioco calcio i quattro feriti gravi e i due gravissimi tra i tifosi, tanto meno il passante ignaro pestato a sangue, tutti attualmente ricoverati in codice rosso. Non c'entra nulla col gioco calcio un Paese umiliato le cui autorità trattano l'inizio della partita con i capi degli ultras (le cui t-shirt inneggiano alla libertà dell'assassino di Raciti e ad altri temi altrettanto significativi) in diretta nazionale. Non c'entra nulla col gioco del calcio un Paese il cui inno nazionale viene fischiato da alcune decine di migliaia di persone, poco dopo aver riempito il campo di fumogeni, bombe carta e ferito in diretta un vigile del fuoco. Non c'entra nulla col gioco del calcio un Paese che ora, con la scusa di indignarsi, continua a fare pubblicità indiretta a questa vicenda su ogni canale riempiendo i salotti di belle parole ma senza essere stato in grado né di fermare la partita né di punire i colpevoli. Non centra nulla col gioco del calcio la vergogna che provo come italiano nello scrivere tutto questo ma vi garantisco che è davvero molto forte. (nel frattempo il mondo ci osserva? Si, sbigottito, e non sa se ridere o piangere )
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Agosto 2017
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