Urla, strepiti, "chiamate l'ambulanza, chiamate i carabinieri". No, partiamo dall'inizio: a Piazza Bologna sono le 4:00 di notte quando (come, immagino, tanti altri residenti) vengo svegliato da grida che vengono dalle parti di Via Livorno. Chi abita qui è (tristemente) abituato al casino ma questa sera è diverso, sento una ragazza sgolarsi, dialetto dell'est e dialetto romano che si mischiano e, ad ondate, si coprono. Che fai in questi casi? Chiami la polizia, ok, ma intanto? Intanto sento scoppiare una rissa, sento urlare qualcuno che "se non la fate finita chiamo i carabinieri", cavolo hai Kabul sotto casa e ancora ci stai pensando? Sento colpi, pugni o calci, persone lamentarsi. Passano lunghissimi minuti in cui mi chiedo cosa fare e, tra tutte le scelte, prendo (ovviamente) la peggiore: scendo in strada per capire che succede. Il tempo di avvicinarmi all'epicentro del caos e arrivano le sirene (della Municipale, fra l'altro), vedo tizi correre ovunque come formiche impazzite. La polizia si allontana, mi pare ne fermi un paio ma a decine si disperdono. Periferie impazzite? Credevo di abitare in un quartiere centrale e tranquillo (fra l'altro mi torna in mente ogni volta che mi sveno per pagare l'affitto) non nella periferia di Ferentari. Arrivano due ambulanze (magari sottratte a chi ha davvero bisogno di aiuto ed in quel momento sta crepando per cause meno idiote di una rissa) ma nessuno pare averne bisogno, nonostante dai vicoli sento gente che si lamenta mentre scappa. Sono le 5:15 di notte, una notte buttata in una città che in 34 anni non ho mai percepito così violenta e pericolosa. Dubito che il sonno tornerà, mi chiedo come tutto questo sia solo lontanamente tollerabile. Forse, come quando sei davanti ad un bel quadro impressionista, vale la pena di fare un passo indietro per rendersi conto della portata di malessere che quotidianamente sopportiamo. Forse vale la pena di fare un po' meno i radical chic ed affrontare (e chiedere che vengano affrontati) i problemi che incidono concretamente nella nostra quotidianità. E non è questione nè di destra nè di sinistra ma soltanto di buon senso. Per una notte di guerriglia ce ne sono comunque altre cento di casino e personalmente sono stanco (non solo per il sonno perso). In allegato l'audio che ho ripreso all'inizio, poi (sembra paradossale) il tutto è peggiorato.
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Agosto 2017
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