Sareste tranquilli se vi dicessi che l'aereo che vi sta portando al prossimo appuntamento di lavoro a Berlino o in vacanza alle Canarie è pilotato da una donna? Ve lo chiedo perchè vedo una società in apparenza moderna, paritaria, ma forse un po' troppo sbrigativa nel confondere l'uguaglianza dei sessi (processo lungo e complesso), con il semplice diritto a mettere una minigonna o a dividere il conto del ristorante.
Ho questa sensazione soprattutto quando vedo certe reazioni di fronte alle donne che vogliono assumersi delle responsabilità, magari in ambito politico. Sembrate tipi moderni ma basta parlarvi di parlamentari donne, magari anche giovani e belle, che il neanderthal nascosto dentro voi apre gli occhi e, perplesso, comincia a guardare storto quel Voltaire che fino a poco prima parlava di eguaglianza fiero ed ispirato. Se la recente cronaca scandalistico-giudiziaria ha trovato in figure come Patrizia D'Addario o le olgettine una conferma alle più torbide associazioni tra immoralità e politica, pochi hanno evidenziato come a farne le spese siano state, ovviamente, le centinaia di brave amministratici italiane, appassionate di politica ma con la grave "colpa" di avere un cromosoma y in meno. L'attuale governo ha messo poi il dito nella piaga: non solo parlamentari, ma perfino ministri donne. Ed ecco arrivare gli attacchi più indegni: dalla maggioranza (basti pensare alle tante offese gratuite alla Boschi o al gelato della Madia pubblicato su "Chi") all'opposizione. L'ennesimo episodio violento lo leggo oggi: gli insulti pubblicati sulla pagina di Alessandra Moretti, candidata alla Presidenza della Regione Veneto. Prima ci sono state le accuse al suo stile, perchè il voler essere belle oltre che in gamba è evidentemente una grave colpa, o fai politica o ti curi, non esageriamo con 'ste libertà. Sono poi arrivate le aggressioni sessiste da parte del Movimento 5 Stelle, insulti che io ho il buon gusto di non scrivere su di un blog e che il deputato De Rosa non ha avuto problemi ad urlare in Parlamento (senza che questo abbia scosso l'elettorato pentastellato, che anzi era già tutto eccitato dal vergognoso "cosa faresti in auto con Laura Boldrini" proposto da Grillo). Oggi infine leggo di questi insulti comparsi on line: "prima o poi qualcuno ti ammazzerà", "mettili in casa tua gli stranieri, troia" e via discorrendo. E tutto, nota che aggiunge miseria umana alla vergogna, a causa della voce per cui "la Moretti dice ai pensionati a mettersi in casa un immigrato", bufala che gira da alcuni giorni, rilanciata con sospetta leggerezza da quotidiani come "Il Giornale" e "Libero". Non parliamo quindi di un fatto sporadico, ma di una macchina ben oliata e socialmente variegata che in questo paese getta fango a più livelli ed a più livelli si lascia suggestionare: dall'autorevole giornale al più becero troll. Quel che rischia di passare inosservato, dietro tutto questo fango, è però la paura che anima chi si è nascosto dentro quella macchina. Avete paura che un feudo leghista venga amministrato da qualcuno lontano dai vostri giochini, qualcuno che (in tempi di pensioni e vitalizi sommati vergognosamente) ha rinunciato al suo posto ed al suo stipendio per dedicarsi alla sua battaglia? Avete paura dei bonus da 500€ al mese destinati a chi assume un giovane? Avete paura che finiscano i tirocini gratuiti con cui sfruttate la nostra generazione? O magari avete paura delle forme di apprendistato per gli over 50 che vi siete dimenticati per strada? Perchè a volte basta cambiare il punto di vista, ed anche il più aggressivo dei cani appare solo come un randagio, terrorizzato che qualcuno gli porti via l'osso che rosica da anni.
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Come opinionista del programma di Rai Uno "L'Arena" sento il bisogno di esprimere la mia posizione riguardo quanto accaduto domenica scorsa, durante l'acceso confronto tra Massimo Giletti e l'ex leader dei movimenti giovanili del '68, Mario Capanna. Il tema scatenante è stato il vitalizio da 5.000 euro percepito mensilmente da quest'ultimo: Capanna infatti, invece di giustificare la sua posizione, ha rilanciato al conduttore l'accusa di percepire uno stipendio altissimo e definito noi opinionisti una "claque" pagata. I toni dello scontro sono ovviamente saliti, arrivando a minacce di querela ed accuse molto dure.
Dopo la puntata l' on. Michele Anzaldi, deputato del Pd e Segretario della commissione di Vigilanza Rai, ha giudicato eccessiva la reazione di Massimo Giletti e chiesto un confronto con la Vigilanza stessa. Scrive infatti: "La rissa cui hanno assistito i telespettatori nel pomeriggio domenicale di Raiuno (...) corrisponde all'idea di servizio pubblico per famiglie che hanno i vertici Rai? E' opportuno che conduttori strapagati si azzuffino con gli ospiti mentre si parla di super-stipendi?". Credo che una domanda del genere sia irricevibile e, avendo ricoperto dei piccoli ruoli territoriali per il Pd romano, non riesco a concepire che questa - in mancanza di altre voci - sia la posizione del mio partito. Capanna chiede al conduttore di dire pubblicamente quanto guadagna l'anno e lui lo dichiara senza problemi. La cifra è di certo alta se confrontata con lo stipendio medio di un impiegato, ma appare assolutamente giustificata dal fatto che stiamo parlando del compenso del conduttore di uno dei programmi Rai con maggiore seguito in assoluto (più di 4.000.000 di persone di media a puntata). E dietro un successo del genere c'è anche una Redazione che lavora per far emergere scandali che altrimenti resterebbero taciuti, e questo non sarebbe un ottimo servizio pubblico per i telespettatori? Professionisti del calcio prendono (giustamente, secondo lo stesso principio) stipendi ben più alti unicamente per intrattenere. La differenza tra percepire uno stipendio a fronte di un lavoro ed un vitalizio di 5.000 euro è piuttosto un'altra: il vitalizio, il famoso diritto acquisito, è quanto di più ingiusto mente umana abbia mai concepito proprio perchè è totalmente slegato dal concetto di merito. Curioso che un signore come Capanna, dopo aver militato nel "Partito di Unità Proletaria per il Comunismo", porti avanti questa battaglia e dica pubblicamente "paghiamo un canone per farci rincoglionire da te e gli altri come te" quando sono i suoi 5.000 euro che paghiamo e pagheremo per tutta la vita indipendentemente da quello che farà o non farà. E li pagheremo noi, la famosa generazione precaria che la pensione non la vedrà mai. Proprio perchè i contorni di questa vicenda sono andati oltre il caso specifico, troverei opportuno che il Pd, oltre alle suddette dichiarazioni, trovasse un approccio diverso, magari facendo un passo indietro come davanti a certi quadri impressionisti, quelli che devi guardare dalla giusta distanza se davvero vuoi capirli ed apprezzarli. Il partito che tanto sta facendo per cambiare questo paese, quello che porta in sé la parola "democratico" deve saper tutelare un programma d'inchiesta coraggioso che ogni domenica mostra a milioni di italiani scandali che altrimenti resterebbero taciuti. Invece di tirare in ballo la Commissione di Vigilanza andrebbe piuttosto evidenziato che l'Arena è uno dei pochi programmi a fare ancora giornalismo d'inchiesta attraverso un lavoro capillare, documentato e serio. Talmente serio dal dare diritto di replica anche a Mario Capanna, indipendentemente dall'uso che questo signore abbia ritenuto di fare dello spazio a lui assegnato e da cosa abbia gratuitamente detto al conduttore ed ai ragazzi che liberamente esprimevano il proprio stato d'animo. Proprio quella libertà d'opinione che, mi sembrava d'aver capito, avesse tanto a cuore. Io sono cresciuto con una politica che, per decenni, si è consumata nello scontro tra berlusconismo ed antiberlusconismo, una guerra fredda che ha prodotto, tra l'altro, l'immobilismo che la mia generazione paga quotidianamente. Un esercito di 30/40enni laureati, specializzati ed abbandonati, adolescenti sociali nel corpo di donne e uomini che devono accontentarsi di lavorare da Mc Donald o appassire in un call center perchè chi è venuto prima non gli ha lasciato neanche le briciole. E vabbè.
Detto questo, premesso che la mia opinione sull'ex Cavaliere non è politicamente cambiata di una virgola, credo che quello che conti oggi (o perlomeno conta per la mia generazione e, se a voi non frega niente, per favore non parlate di equità sociale) sia il percorso delle riforme. Esistono due maniere infatti per concepire il Paese: A) una nazione con un potenziale enorme ma che per scelte sbagliate, incompetenza, corruzione e crisi sta soffrendo, tanto ed ha necessità di riconquistare il ritmo che l'ha caratterizzata nei decenni passati B) lo strumento attraverso cui giocare a fare il '68 bis, chiedere l'impossibile, le farfalle al potere, tutto per tutti, tempo indeterminato. Con tanto di polemica sterile costante, radicalismo, illazioni varie, un pizzico di sessismo e schifo per il consenso (lo stesso schifo che nutre la volpe per l'uva). Ora sulla legge elettorale si combatte l'ennesima battaglia: dopo le minacce scissionistiche di Civati (a giorni alterni, come le targhe delle auto quando c'è smog), gli attacchi di Fassina, D'Attorre, Cuperlo, Bindi, D'Alema (finalmente uniti contro un nuovo nemico comune, dopo vent'anni), dopo il caso Cofferati (che ha la mia stima per la coerenza dimostrata lasciando il Pd e per aver sollevato un tema su cui la magistratura indagherà) e le minacce di far ricadere sull'elezione del Presidente della Repubblica il dissenso della minoranza (per approfondimenti consultare il sito www.sticavolidellitalia.it), oggi siamo all' Italicum e l'avversario del giorno si chiama Gotor. “Se la minoranza tiene le prossime 48 ore, salta la legge e salta pure Renzi”, sembrerebbe il monologo di quei cattivi dei fumetti che ridono da soli con gli occhi di fuori, se uno volesse sdrammatizzare. Ma dopo lo "sdramma" viene il dramma: Gotor, bersaniniano di ferro e capolista blindato in Umbria, è infatti solo una voce dei tanti corifei che dialogano costantemente col male personificato, Renzi Creonte, nel tentativo di indebolirlo. Uno scontro scisso dagli interessi nazionali a cui la nazione assiste disamorata e stanca, un equipe di medici che in rotta col Primario fanno morire il paziente invece di operarlo e salvargli la vita. Mi sbaglio? Parliamo della legge: ci sarà il ballottaggio, il premio alla lista, le preferenze e, in caso di vittoria, il Pd avrà solo il 30 per cento di nominati. Meglio il Consultellum dite? Quello non sarebbe foriero di inciuci, no? Quando sono stato Segretario di Circolo nel mio Municipio ho avuto il piacere e l'onore di essere invitato a casa di Lina Fibbi ed una cosa mi ha ripetuto più volte: "il partito è bello quando è unito". E' una frase che mi è rimasta in mente, che andrebbe scolpita nella pietra e, nel frattempo, nelle nostre coscienze. Contro i 101 di Prodi, contro le coltellate che ogni giorno tirano a Matteo Renzi e contro la sabbia che, costantemente, viene gettata nel motore di questo paese. Ci sono due ragazze, hanno 20 anni, invece di occuparsi di discoteche, borse, scarpe decidono di andare in Siria con una ONG per portare aiuti umanitari. Queste due ragazze vengono sequestrate (e sappiamo dai racconti di Quirico cosa voglia dire essere prigionieri in quell'inferno) per quasi sei mesi e, quando finalmente tornano in patria, trovano un mare di insulti, grettezza ed offese. Non condivido ma sono opinioni personali e le rispetto. Quello che non rispetto è altro, quello che non rispetto è questo: Non lo rispetto perchè quest'uomo nella sua carica di Vicepresidente del Senato rappresenta le istituzioni del mio paese e con un post del genere infanga istituzioni, paese e tutti noi, compresi quelli che hanno da ridire nei confronti di Greta e Vanessa, delle ONG e degli aiuti umanitari.
D'altronde, diciamocelo chiaramente, la vera colpa di queste due giovani donne non è legata al presunto riscatto pagato (cifre smentite dal Min. Gentiloni, fra l'altro), la vera colpa di Greta e Vanessa è quella di non essere state sgozzate come Foley. A quel punto si che sarebbero state riconosciute come martiri, che tanto - per una certa sottocultura diffusa a macchia d'olio in Italia - le donne hanno sempre la solita alternativa: essere sante/madri o puttane. Sintesi sociale del bel paese, con buona pace di tutto l'illuminismo di cui ci piace pensare di essere permeati. Se le vicende di Charlie Hebdo hanno avuto un senso, quel senso è ricordarci che chiunque può esprimere il proprio parere, anche il più maschilista, il più ignobile e volgare, per questo non aderirò alla campagna #gasparrifuoridaTwitter. Non è una censura mediatica quella che cerco, è anzi un bene che questa persona riveli fino in fondo la propria natura. Quello che vorrei è che i senatori italiani, nel rispetto delle istituzioni che il Sen. Gasparri ha offeso, decidessero di uscire simbolicamente dall'aula quando quest'uomo la presiederà. Maurizio continui pure a scrivere le sue offese su Twitter, d'altronde da quando c'è lui ci sentiamo tutti più intelligenti. Breve premessa numero uno: uccidere un bambino è quanto di più inquietante io riesca ad immaginare e chi commette un simile reato non può avere giustificazioni.
Breve premessa numero due: mi fa schifo ogni forma di sciacallaggio sui drammi umani, questo articolo non ha particolari morbosi o un approccio piagnucoloso/investigativo/giustizialista. L'Italia, si sa, è un paese arretrato. La spinta propulsiva degli ultimi mesi non può cancellare un immobilismo culturale (forse subìto, ma di certo voluto) che da sempre permea la società italiana. Una delle concezioni più comuni in tal proposito è quella collegata alla figura della mamma, una sorta di versione light della figura della Madonna. Questo è il punto di partenza: non importa quale sia la tua storia, se partorisci un figlio si dà per scontato che tu debba essere un'ottima madre, dove l'aggettivo "ottima" quasi sembra ridondante in quanto scontato. Un po' come dire un eroe coraggioso o un genio intelligente. Questo perchè, nonostante siamo quasi nel 2015, la donna in Italia continua prevalentemente ad avere solo tre caselle su cui posizionarsi: quella della madre/moglie, quella della santa e quella della puttana. La visione è ovviamente quella degli uomini, portatori sani (e spesso in buona fede) di un pensiero però arretrato: la donna una volta partorito si trasforma e diventa, in automatico, una creatura destinata per natura ad occuparsi (fisicamente ed emotivamente) del proprio figlio. Non quindi sulla base di quanto giorno per giorno impara a fare (come per ogni cosa nella vita), ma grazie una sorta di illuminazione divina non meglio identificata e nota ai più come istinto materno. In tal senso, in questa foga ansiogena di cercare una tara nella mamma sospettata di infanticidio, vedo proprio un meccanismo di difesa della società che si attiva nel più classico dei modi. Un infanticidio diventa più sopportabile sia per gli uomini che per le donne se a commetterlo è stata una donna disturbata, una donna che aveva tentato il suicidio più volte, una con un sacco di problemi, no? Come ogni mostruosità risulta più semplice da comprendere se a commetterla è stata un mostro, una persona diversa. Niente di nuovo, è anzi un archetipo della nostra cultura già presente in molte fiabe: la matrigna di Biancaneve, quando l'avvelena, si trasforma in una vecchia ributtante e, fatalità, da quel momento non è più l'algida MILF di "specchio specchio delle mie brame". Cos'è una strega se non la rappresentazione di tutto quello che non è accettabile nella figura materna e va quindi spostato su altro? Pochi nel rapportarsi ad una mamma si fermano un secondo a pensare che un figlio, e soprattutto un figlio piccolo, sia non solo grande fonte di amore, ma anche la creatura più impegnativa sulla faccia della terra. E' normale, è sano, è giusto ma è anche un impegno gravoso per una donna sola e lo diviene ancora di più se la società dà per scontato che sia normale, il minimo sindacale per essere accettata. Mi costerna ma non mi stupisce che a fronte di milioni di donne che danno questa enorme prova d'amore una ceda, una impazzisca, una crolli. Il che non toglie nulla alla pena a cui deve andare incontro, sia chiaro, ma il discorso non credo possa fermarsi ad urlarle "assassina". La famiglia sta ora dicendo che era nervosa, violenta, esasperata? Perchè allora nessuno ha pensato di avvertire i servizi sociali? Non è una domanda retorica, io la risposta ce l'ho: per ignoranza. L'ignoranza per cui si da per scontato che una madre sia sempre all'altezza del suo ruolo, l'ignoranza che non conosce la drammatica incidenza della depressione post partum (e quindi non sa né prevederla, né riconoscerla né contrastarla), l'ignoranza che sparlotta ma non agisce, l'ignoranza che le istituzioni fanno da sempre poco per arginare (favorendo leggende metropolitane e sfavorendo approcci utili). Nella società odierna, priva di quelle reti sociali familiari che spesso in passato servivano da cuscinetti, quante vite vengono rovinate dal mancato intervento di un aiuto esterno? Per un ragazzino ucciso (i "piccoli angeli" dei pomeriggi televisivi e gli approfondimenti da buco della serratura), quanti subiscono quotidianamente violenze psicologiche o fisiche da genitori inadeguati? Lo dico per la terza volta, non è una giustificazione ma solo la volontà di guardare in faccia la realtà, chi ha aiutato questa ragazza sola? Chi le ha detto che quando i freni inibitori sono compromessi dallo stress e dal poco sonno è naturale anche un momento di sconforto o d'ira (che va compresa e ovviamente non sfogata sul bambino)? Provo un grande dolore per questa vicenda ma credo che il nostro dolore non serva a nulla, non serve al bambino ucciso né agli altri che vivranno situazioni altrettanto drammatiche. Quel che sarebbe invece utile è levarci di dosso queste dannate etichette, soprattutto quelle che appiccichiamo sulle donne e sono (secondo il parere di chi scrive) il punto di partenza di ogni orrore di cui si potranno ritrovare ad essere vittime o carnefici. C'era bisogno del rapporto del Censis per sapere che l'Italia fosse un paese sempre più solo, sempre più impaurito, vulnerabile e cinico? Serviva il Censis per sapere che l'epicentro del disastro si concentra poi su chi ha avuto l'ardire di nascere tra il '75 e il '95, quegli arroganti noti ai più per la G scarlatta che hanno marchiata a fuoco sulla pelle, i giovani? Una vecchia canzone dei Five For Fighting diceva "It's not easy to be me", non è facile essere me. Non lo è per niente e non ho bisogno del Censis per sapere che dei 4 milioni di giovani che vivono per conto proprio (i fortunati del part time), oltre un milione non riesce ad arrivare a fine mese. Mi basta scorrere la rubrica del cellulare per vedere ragazze e ragazzi intelligenti, qualificati e brillanti sbarcare il lunario con lavori part time presso call center alienanti, fast food che puzzano di fritto o cooperative che ti spremono come un limone. Non mi serve il Censis per sapere che molti dei miei amici non solo non hanno casa propria, ma non hanno neanche la macchina, la moto o i soldi per le vacanze. In compenso hanno le orecchie piene di chiacchiere da salotto, genitori spesso inadeguati che non sanno stargli vicino perchè ancora giocano a fare i Peter Pan sui Suv ed una valigia di semi che continuano a dirgli di piantare sull'asfalto. Hanno un Paese che non parla di hiv ma fomenta fobie su pandemie di ebola, un paese che ogni due giorni ammazza una donna, ancora molto più incline a fermarsi alle apparenze che alle precedenze. Hanno un pezzo di sinistra che mentre affogano gli racconta, assorta, quanto fosse bello il '68, una sinistra che parla di sindacato vicino ai lavoratori ed uguaglianza per tutti ma finge di non vedere la galassia di co.co.pro, co.co.co., partite IVA, artigiani e piccoli commercianti. It's not easy to be us. Non è facile essere noi, noi che non solo crediamo nella buona politica, ma che la facciamo tutti i giorni a livello territoriale, gratis, e ci dobbiamo pure sorbire gli insulti dei militanti delusi da certi dirigenti. Noi che restiamo basiti davanti allo scandalo Mafia Capitale, che crediamo nella magistratura e nella presunzione d'innocenza dei coinvolti, ma abbiamo il diritto/dovere di dare ogni contributo possibile per ricostruire su basi solide il partito romano. Ripeto, non è facile, ma noi che stiamo sopravvivendo a testa alta a tutto questo rischiamo di formarci degli anticorpi di cui non hanno neanche sentito parlare. Il nostro ottimismo è molto concreto e coincide con la nostra volontà di andare avanti, avanti con le riforme, avanti con il ridare dignità al nostro paese e, di conseguenza, a noi stessi. Non c'è alternativa al futuro. Se saprai serrare il tuo cuore, tendini e nervi
nel servire il tuo scopo quando sono da tempo sfiniti, E a tenere duro quando in te non c'è più nulla Se non la Volontà che dice loro: "Tenete duro!" Se saprai riempire ogni inesorabile minuto Dando valore ad ognuno dei sessanta secondi, Tua sarà la Terra e tutto ciò che è in essa, E - quel che più conta - sarai un Uomo, figlio mio (Rudyard Kipling, Se) Secondo i dati dell'ultimo studio Eures nel 2013 in Italia sono state uccise 179 donne. Il dato gela il sangue soprattutto se si pensa che l'anno precedente le vittime erano state 157 ed abbiamo quindi segnato un +22 alla voce omicidi.
C'è poco da girarci intorno, si tratta di una strage e come tutte le stragi può essere letta da tanti punti di vista. Si parte dalla punta dell'iceberg, le 179 vittime di quelli che che vengono chiamati "delitti passionali" (neanche fossero omicidi a ritmo di tango) ma che di passionale hanno pochissimo. Cosa c'è di passionale nell'insicurezza cronica di un geloso patologico? Cosa c'è di passionale nel picchiare a morte la tua compagna, magari anche davanti ai tuoi figli, traumatizzandoli a vita? Ma l'iceberg è enorme, man mano che si scende. E' violenza farsi i fatti propri, fingere di non sentire o vedere una donna in pericolo, alzare la televisione invece di chiamare la polizia. E' violenza ogni giustificazionismo ("non voleva", "non è cattivo, è nervoso", "aveva bevuto") come lo è consigliare alla vittima (spesso sola e terrorizzata) di non denunciare l'aggressore per evitare che la situazione peggiori. E' di certo violenza abusare di una donna a livello sessuale e fisico, ma è violenza anche soggiogarla a livello economico o psicologico, è violenza minacciare i figli, è violenza perseguitarla. E' violenza isolarla, impedirle di uscire, di andare a scuola, in chiesa, al lavoro, di vedere amici o famigliari. Queste situazioni avvengono ogni giorno, in modo continuativo e trasversale, da nord a sud, dal centro alla periferia e continueranno ad avvenire finché non sarà chiaro che questo problema riguarda per primi gli uomini e gli stereotipi che li accompagnano. Riguarda gli uomini e le loro insicurezze ataviche, un pozzo senza fondo dove però, troppo spesso, finiscono le compagne. Ecco perchè, prima di parlare di educazione sessuale, sarebbe utile parlare di "educazione affettiva", ripartire dai licei ed educare alla conoscenza ed al rispetto. La società, invece, troppo spesso, va nella direzione opposta: tranne rari casi la televisione continua a confinare la donna in pubblicità ammiccanti ed in ruoli secondari nei talk show (anche senza arrivare alle vallette in teca di Mammuccari), mentre quotidianamente ripropone per i ragazzi il modello del macho, dialettale ed arrogante, come nel caso dei tronisti del pomeriggio. La stessa politica, che dovrebbe dare il buon esempio, va spesso nella direzione opposta: chi si ricorda il "cosa faresti in macchina con la Boldrini?" rilanciato sul blog di Beppe Grillo contro la Presidente della Camera? E poi c'è il "sessismo mascherato", quello diverso dal maschilismo tradizionale, più ambiguo, tipico di molte uscite più o meno volontarie di Silvio Berlusconi. Proprio di questa settimana è poi la notizia del Prof. Zurru, docente universitario di scienze politiche, contro cui il Rettore ha avviato un procedimento disciplinare dopo il linguaggio estramemente offensivo e sessista con cui si è rivolto verso Alessandra Moretti, candidata alle primarie del Pd come Presidente del Veneto. E' vero, il Parlamento ha ratificato all'unanimità la Convenzione di Istanbul, secondo cui la violenza di genere è da considerarsi come una violazione dei diritti umani fondamentali, ma non basta. Torno a ricordare, da uomo, che gli uomini devono essere coinvolti in progetti di sensibilizzazione fin dalla scuola e che i centri anti violenza, come le associazioni di volontari, devono essere finanziate e sostenute dalle istituzioni ad ogni livello. Un giorno su due una donna viene uccisa, sono le nostre sorelle, ragazze, madri, mogli, amiche, combattiamo concretamente affinché non accada più. "Chi è nell'errore compensa con la violenza ciò che gli manca in verità e forza". Johann Wolfgang Goethe Urla, strepiti, "chiamate l'ambulanza, chiamate i carabinieri". No, partiamo dall'inizio: a Piazza Bologna sono le 4:00 di notte quando (come, immagino, tanti altri residenti) vengo svegliato da grida che vengono dalle parti di Via Livorno. Chi abita qui è (tristemente) abituato al casino ma questa sera è diverso, sento una ragazza sgolarsi, dialetto dell'est e dialetto romano che si mischiano e, ad ondate, si coprono. Che fai in questi casi? Chiami la polizia, ok, ma intanto? Intanto sento scoppiare una rissa, sento urlare qualcuno che "se non la fate finita chiamo i carabinieri", cavolo hai Kabul sotto casa e ancora ci stai pensando? Sento colpi, pugni o calci, persone lamentarsi. Passano lunghissimi minuti in cui mi chiedo cosa fare e, tra tutte le scelte, prendo (ovviamente) la peggiore: scendo in strada per capire che succede. Il tempo di avvicinarmi all'epicentro del caos e arrivano le sirene (della Municipale, fra l'altro), vedo tizi correre ovunque come formiche impazzite. La polizia si allontana, mi pare ne fermi un paio ma a decine si disperdono. Periferie impazzite? Credevo di abitare in un quartiere centrale e tranquillo (fra l'altro mi torna in mente ogni volta che mi sveno per pagare l'affitto) non nella periferia di Ferentari. Arrivano due ambulanze (magari sottratte a chi ha davvero bisogno di aiuto ed in quel momento sta crepando per cause meno idiote di una rissa) ma nessuno pare averne bisogno, nonostante dai vicoli sento gente che si lamenta mentre scappa. Sono le 5:15 di notte, una notte buttata in una città che in 34 anni non ho mai percepito così violenta e pericolosa. Dubito che il sonno tornerà, mi chiedo come tutto questo sia solo lontanamente tollerabile. Forse, come quando sei davanti ad un bel quadro impressionista, vale la pena di fare un passo indietro per rendersi conto della portata di malessere che quotidianamente sopportiamo. Forse vale la pena di fare un po' meno i radical chic ed affrontare (e chiedere che vengano affrontati) i problemi che incidono concretamente nella nostra quotidianità. E non è questione nè di destra nè di sinistra ma soltanto di buon senso. Per una notte di guerriglia ce ne sono comunque altre cento di casino e personalmente sono stanco (non solo per il sonno perso). In allegato l'audio che ho ripreso all'inizio, poi (sembra paradossale) il tutto è peggiorato.
Legge di stabilità, tante in queste ore le dissertazioni da parte di guru dell'economia e profeti di sventura. Legittime, per carità, ma questi sono i fatti:
1) Meno tasse per 18 miliardi 2) Gli 80 euro diventano una misura definitiva 3) Aziende: zero contributi per chi assume a tempo indeterminato, taglio della componente lavoro dell' IRAP 4) Investimenti concreti su Scuola, Lavoro e Giustizia 5) Riduzione del 70% del patto di stabilità per i Comuni 6) 300 milioni di euro per Ricerca e Sviluppo 7) Stop alle spese non coperte 8) Spending review: taglio 15 miliardi di euro 9) Recupero e contrasto dell'evasione (incrociando le banche dati): 3,8 miliardi 10) Possibilità di avere il TFR in busta paga su base volontaria, a costo zero per le imprese. Per aiutare le famiglie con figli arriva un sostegno (nel complesso 500 milioni di euro) fino al terzo anno di età, per i nuclei numerosi entro fine anno è inoltre prevista l'esenzione dei ticket. A vantaggio di tutti i cittadini (pure quelli ipercritici, si) e di tutte le regioni che hanno avviato un percorso di risanamento dei conti, viene tutelato il servizio sanitario nazionale. A dispetto di tanti catastrofismi (e di tanti governi che facevano pagare al malato il costo del taglio delle tasse) il diritto alla salute e alla cura del malato non sono quindi stati toccati, saranno piuttosto gli sprechi e le stranezze più o meno consolidate che saranno aggredite (vi rimando al bel servizio de Le Iene a proposito di ASL, per esempio). Spese per i tribunali a carico dello Stato: si stanziano 250 milioni di euro per le spese per i tribunali che non saranno più a carico dei Comuni ma dello Stato. L'altra ottima notizia (e l'ho tenuta per ultima perchè è la mia preferita) sono gli 800 milioni destinati alle partite IVA: per la prima volta vengono messi a bilancio risorse per dare una mano a quelle migliaia di lavoratori che hanno aperto una partita Iva, spesso solo perchè costretti da nuove e subdole forme di precarietà. Sono quei lavoratori di serie B che nessuno si è mai filato, carne da macello che dovevano stare zitti e buoni mentre i sindacati mettevano le barricate per i super tutelati a tempo indeterminato. Le partite IVA si affacciano timidamente nel mercato delle tutele sociali. Una generazione, per molti buona solo a spalare fango in caso di alluvione, viene tenuta in considerazione dal Governo. Tutto ciò durante un contesto di recessione e nonostante i vincoli imposti dall'Europa. E scusate se è poco. Cari aspiranti maghi, come ogni settimana anche oggi vi illustreremo un nuovo trucco con cui potrete stupire amici e parenti. Quello di oggi è un grande classico: il trucco del cilindro magico. Ogni mago che si rispetti ha il suo cilindro, lo potrete utilizzare per fare apparire e scomparire quel che volete: fazzoletti, accuse, dati di realtà ecc. Si può applicare, e viene applicato, da anni al sistema Italia, sempre con notevole successo da parte di critica e pubblico. Il dibattito di questi giorni e la recente Direzione del Partito Democratico mostra degli esempi magistrali, ovviamente non potrete eguagliare questi professionisti ma potrete comunque prenderne esempio e approfondire le varie tecniche.
Metodo D'Alema Ci raccomandiamo di approcciarvi a questo metodo con pazienza, le prime volte non verrà ma garantisce, una volta appresa la tecnica, un successo gratificante e duraturo. Presuppone la freddezza di un amaro del Gargano on the rocks ed unisce sapientemente sarcasmo e disprezzo malcelato. Ma veniamo alla tecnica: mentre quasi con fastidio vi esibite nello smascherare l'oratoria avversaria, con la mano sinistra avrete cura di nascondere dentro il cilindro elementi contraddittori, come alcuni passaggi del congresso del 1997 del PdS tipo "Dobbiamo rinegoziare i salari e i diritti dei lavoratori, non possiamo restare fermi su battaglie ideologiche (...) i sindacati devono stare vicino ai lavoratori, non devono restare fuori dalle fabbriche e dai luoghi di lavoro con una copia del contratto nazionale di lavoro in mano". Vista la difficoltà di questa tecnica prima di esibirvi vi consigliamo caldamente di allenarvi a lungo in casa, possibilmente a porte chiuse. Metodo Bersani A costo di risultare noiosi vi ricordiamo che anche in questo caso si tratta di una tecnica complessa che va eseguita con calma e lucidità ma, se avete un amico che vuole esibirsi con voi per dargli maggiore risalto, potrete abbinarla con la precedente. Inizierete rapendo la platea con un eloquio che richiami il diritto di replica e di dissenso, sarà necessario un riferimento forte, qualcosa che colpisca perchè associato ai valori ed all'esperienza di chi ascolta, il "metodo Boffo" andrà benissimo. Così facendo nel doppio fondo del vostro cilindro lavorerete con un gioco di specchi e occulterete tutti gli editoriali di direttori di quotidiani che hanno colpito proprio colui a cui state imputando il misfatto. E' complesso, comprendiamo, ma vi avevamo avvisato che richiedeva tempo e dedizione. L'unica controindicazione della tecnica Bersani è che metterà in ombra altre doti che la caratterizzano storicamente: la correttezza dimostrata negli anni (ricordiamo, tra i tanti, lo show del 2007 in cui per rispetto della Ditta rifiutò di gareggiare con il collega Veltroni, poi fagocitato dagli stessi che l'avevano inizialmente sostenuto) o l'aver smascherato il bluff dell'incantatore Grillo. Metodo Sindacato Concludiamo questa breve rassegna con una tecnica a cui siamo molto legati. Attraverso una serie di parole ed espressioni antiche che in parte distrarranno ed in parte incuriosiranno la platea, sarete così abili occultare nel cilindro qualunque riferimento al totale cambiamento della società a cui si vorrebbero applicare certe teorie del secolo passato. Come ogni gioco di prestigio consiste nell'allontanare l'attenzione dal dato di realtà e spostarla sapientemente su altro: state quindi molto attenti a non far alcun riferimento ai giovani precari, ai call center, ai co.co.pro mascherati o alle partite IVA. I più esperti potranno poi concentrasi su temi specifici, evergreen di gran classe sostenere con forza la fondatezza dell' art. 18 senza però applicarlo ai lavoratori del Sindacato stesso, perfetto per concludere il numero con un suggestivo paradosso che lascerà senza parole la vostra platea che vi ricoprirà di applausi. Bene, anche per oggi è tutto. Se desiderate esercitarvi a casa con un cilindro magico vi suggeriamo di trovare il trucco in altri temi di ampio respiro: - perchè un signore che porta al naufragio una nave in cui muoiono 32 persone e scappa, tiene lezioni all'Università "La Sapienza" sulla gestione del panico? - perchè chi ha lavorato per contenere questa tragedia è stato rimosso dal settore operativo, penalizzato, trasferito e spedito in ufficio? - perchè un ex magistrato viene condannato e afferma che sono i giudici che devono dimettersi? Buon allenamento e viva la magia! |
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Agosto 2017
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