Ieri notte ero su Twitter e, mentre cercavo aggiornamenti su Bersani, il social network mi ha dato un suggeriento da far venire i brividi: #bersanimuori.
Il motivo? Talmente tante "persone" hanno digitato questo hashtag da farlo entrare nelle tendenze, le frasi più popolari di Twitter a quell'ora. E quanti di questi piccoli mostri, che augurano la morte ad un uomo in difficoltà, si riempiono poi la bocca al bar, al lavoro o tra gli amici, di temi come giustizia, onestà, etica? Ripeto, non parliamo di un caso isolato ma di centinaia di tweet concentrati in poche ore, centinaia di messaggi di morte contro l'ex Segretario del Pd e verso chi, tipo me, li ha attaccati per questa violenza così gratuita. Amici sociologi mi spiegano che è normale, io di normale vedo poco, vedo un enorme problema sociale, vedo che si è perso il senso del limite ed è tutto da ricostruire. Peccato che alcuni di questi untori d'odio, a sbirciare nei loro profili, si professano orgogliosi aderenti al Movimento di Grillo o a quello dei forconi, quelli del "tutti a casa", le anime belle che vorrebbero "ripulirlo" sto Paese. Mi piacerebbe dire che almeno Grillo ha fatto di tutto per contenere quest'ondata d'odio, ma la verità è un'altra: ci ha messo più di 24 ore per scrivere un messaggio di solidarietà, quando grazie a Dio la situazione già era migliorata. Mentre Bersani lottava in ospedale lui scriveva di Cancellieri e di crisi Greca. Questione di priorità, ovvio. Lascio la parola a due delle tante brave persone che salveranno l'Italia, tanto per farvi capire il livello. E non sono neanche i peggiori. Enjoy.
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Agosto 2017
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