Chi va dallo psicologo è matto? O forse è debole? E cosa fa lo psicologo?
Queste sono solo alcune delle domande legittime che spesso mi sento rivolgere e che forse, se sei su questa pagina, ti sei posto anche tu.
Prima di parlarti di me e del mio lavoro voglio quindi provare a risponderti, per qualunque dubbio ulteriore puoi scrivermi.
Queste sono solo alcune delle domande legittime che spesso mi sento rivolgere e che forse, se sei su questa pagina, ti sei posto anche tu.
Prima di parlarti di me e del mio lavoro voglio quindi provare a risponderti, per qualunque dubbio ulteriore puoi scrivermi.
Chi va dallo psicologo è matto?
No, chi si rivolge allo psicologo è una persona che ha deciso di volersi di bene, di comprendere, affrontare e superare le difficoltà che sta vivendo. La sofferenza può essere sperimentata anche da chi gode di una buona salute mentale, anzi non è raro che a soffrire siano persone dotate di sensibilità, empatia e capacità intospettive.
Chi va dallo psicologo è debole?
Sarò di parte ma penso esattamente il contrario, chiedere aiuto denota coraggio, fiducia e voglia di cambiare.
Perchè andare dallo psicologo quando posso chiedere aiuto alla mia famiglia o ai miei amici?
La famiglia è il primo contesto sociale con cui abbiamo a che fare, può essere una risorsa straordinaria ma talvolta molti dei contrasti più importanti avvengono in casa, non necessariamente per responsabilità diretta dei singoli membri ma anche in relazione a meccanismi radicati nel tempo e difficili da sostituire.
Parlare con gli amici può talvolta essere utile, ma lo psicologo è un professionista che ha studiato 5 anni per conseguire una laurea, ha svolto un tirocinio professionalizzante della durata di un anno, ha sostenuto un esame di stato e, se psicoterapeuta, ha completato il suo percorso in una scuola di specializzazione (che dura dai 4 ai 6 anni) ed ha fatto egli stesso psicoterapia/psicoanalisi.
In tutto questo tempo ha maturato un'esperienza ed è entrato in possesso di strumenti finalizzati ad aiutarti che nessun amico o famigliare (al di là delle sue più buone intenzioni) possiede.
No, chi si rivolge allo psicologo è una persona che ha deciso di volersi di bene, di comprendere, affrontare e superare le difficoltà che sta vivendo. La sofferenza può essere sperimentata anche da chi gode di una buona salute mentale, anzi non è raro che a soffrire siano persone dotate di sensibilità, empatia e capacità intospettive.
Chi va dallo psicologo è debole?
Sarò di parte ma penso esattamente il contrario, chiedere aiuto denota coraggio, fiducia e voglia di cambiare.
Perchè andare dallo psicologo quando posso chiedere aiuto alla mia famiglia o ai miei amici?
La famiglia è il primo contesto sociale con cui abbiamo a che fare, può essere una risorsa straordinaria ma talvolta molti dei contrasti più importanti avvengono in casa, non necessariamente per responsabilità diretta dei singoli membri ma anche in relazione a meccanismi radicati nel tempo e difficili da sostituire.
Parlare con gli amici può talvolta essere utile, ma lo psicologo è un professionista che ha studiato 5 anni per conseguire una laurea, ha svolto un tirocinio professionalizzante della durata di un anno, ha sostenuto un esame di stato e, se psicoterapeuta, ha completato il suo percorso in una scuola di specializzazione (che dura dai 4 ai 6 anni) ed ha fatto egli stesso psicoterapia/psicoanalisi.
In tutto questo tempo ha maturato un'esperienza ed è entrato in possesso di strumenti finalizzati ad aiutarti che nessun amico o famigliare (al di là delle sue più buone intenzioni) possiede.
Ma cosa fa lo psicologo?
Nel 1986 è stata emanata una legge, la numero 86, proprio per definire e regolamentare la professione di psicologo:
"La professione di psicologo comprende l'uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico".
Viviamo in una società che accetta la sofferenza fisica ma tende ad associare quella psicologica a concetti come debolezza o fragilità, rendendo molto più difficile chiedere aiuto per uno stato d'animo, un'emozione o un malessere emotivo che per una caviglia slogata.
Andare dallo psicologo significa avere coraggio di chiedere aiuto, darsi l’occasione di comprendere e superare un malessere e vivere serenamente la propria vita.
Nel 1986 è stata emanata una legge, la numero 86, proprio per definire e regolamentare la professione di psicologo:
"La professione di psicologo comprende l'uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico".
Viviamo in una società che accetta la sofferenza fisica ma tende ad associare quella psicologica a concetti come debolezza o fragilità, rendendo molto più difficile chiedere aiuto per uno stato d'animo, un'emozione o un malessere emotivo che per una caviglia slogata.
Andare dallo psicologo significa avere coraggio di chiedere aiuto, darsi l’occasione di comprendere e superare un malessere e vivere serenamente la propria vita.
Anche per questo nel mio lavoro, sia a studio che on line, ritengo fondamentale garantire:
- accoglienza, empatia e rispetto
- assenza di giudizio e riservatezza: quel che viene detto all'interno dell'incontro resta lì
- un ambiente protetto ed igienizzato prima e dopo ogni seduta
- la fatturazione di ogni incontro (dal vivo o on-line)
"Ero molto depresso in quel periodo. Intendevo uccidermi ma ero in analisi e i freudiani sono molto severi al riguardo. Ti fanno pagare le sedute che perdi"
- Woody Allen
- Woody Allen
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