Credo che da quando Beppe Grillo ha sdoganato il più nauseante sessismo col suo "Cosa faresti in auto con la Boldrini?", la Presidente della Camera abbia il triste primato di essere la politica più attaccata sui social network italiani. Tra l'odio scaturito da bufale su fantomatici parenti che gestirebbero miliardari centri d'accoglienza e presunte dichiarazioni sugli extracomunitari, l'ennesimo attacco arrivato su Facebook non credevo avrebbe fatto così tanto clamore. Fortunatamente mi sbagliavo.
Qualche giorno fa è infatti stata pubblicata – e condivisa alla velocità della luce – una disgustosa vignetta che, essenzialmente, augura a Laura Boldrini d'essere violentata da uno di quegli immigrati che lei definisce "risorsa". Il tutto condito da un commento razzista di una violenza inaudita. Più della gratuita ferocia del post sono rimasto colpito dalle reazioni: non tanto dal gusto famelico con cui le anime nere hanno condiviso questa mostruosità, quanto dalla rassegnazione e dalla blanda condanna della parte sana della barricata. Nella fattispecie noi. Voglio dirlo con chiarezza, in questa deriva iper moderata - per non dire apatica - che alcuni hanno assunto all'interno del centro sinistra italiano io non mi ci ritrovo. L'Italia è attraversata da crescenti reflussi fascisti (la degenerazione, dai lidi veneti che inneggiano al duce ai pestaggi organizzati di Mantova, è stata rapidissima) al punto che sui cartelloni elettorali di "Noi con Salvini" si inneggia apertamente al fascismo come reazione a Matteo Renzi. Sdoganato l'estremismo i social sono diventati la "miniera d'odio" di paranoici disagiati e di chi fabbrica i siti bufala che di quel livore telecomandato vive: circoncisione obbligatoria entro il 2020, spiaggia per migranti vietata agli italiani, bambini immuni allo pneumococco a sostegno della causa No-vax, islamici che deturpano statue sacre, festini omosessuali in pieno giorno e così via. Sono post spesso caratterizzati da una grammatica atroce ed un altissimo impatto sulle persone suggestionabili che, sempre di più, portano quella rabbia ignorante nel proprio quotidiano: l'albergatore calabrese che rifiuta l'affitto alla coppia gay e la negoziante di Torino che non vuole una commessa fidanzata con un ragazzo di colore, le aggressioni anti-vacciniste ai deputati dem che hanno votato il decreto Lorenzin, le manifestazioni pubbliche contro lo Ius Soli (confuso pretestuosamente con i barconi) ed i barconi di profughi trattati come invasori armati di esplosivo, kebab e corano. E noi che siamo il centro sinistra italiano come reagiamo a questa deriva? Lo facciamo restando in difesa, con educata moderazione, quasi che gli attacchi ai più deboli ci abbiano fiaccato ed ulteriormente diviso invece di ricordarci chi siamo e perchè facciamo politica. Personalmente sono stanco di vivere in un Paese dove il confine tra vero e falso sia così labile, dove ogni criminale o psicolabile può pubblicare quest'immondizia, incitare all'odio razziale, dileggiare chi crede - fosse anche il Presidente del Consiglio, della Camera o della Repubblica - e restare impunito. Sono stanco del poco pathos con cui difendiamo i nostri valori, con cui lasciamo che nell'immaginario collettivo il concetto di "democratico" venga associato a buonisti amici delle banche, dei clandestini coi telefonini e di Salvatore Buzzi. Ecco perchè sono entusiasta che la Presidente della Camera abbia deciso di denunciare – come donna, madre e rappresentante delle istituzioni – gli autori dei suddetti attacchi indegni. Sono entusiasta perchè convinto che la rete, concepita come un luogo di confronto tra pensieri magari divergenti ma rispettosi l'uno dell'altro, rischi di trasformarsi in un pozzo nero in cui né le regole né le persone valgano più nulla. Altri paesi europei si stanno muovendo per arginare questa inquietante deriva: in Germania, per esempio, il governo federale ha dato il via libera al progetto di legge che prevede multe fino a 50 milioni di euro per i giganti del web come Facebook, YouTube e Twitter che non saranno in grado di cancellare o comunque rendere velocemente inaccessibili fake-news, minacce, offese, incitazioni all'odio di ogni genere. Al fine di sollecitare una presa di posizione seria anche in Italia ho pensato di contribuire in piccola parte lanciando una petizione on-line che chiunque può sottoscrivere concretamente in pochi secondi (clicca qui). E' un modo per dire eccoci, per dire no alla barbarie, per non restare a guardare mentre qualcuno confonde consapevolmente la libertà d'espressione con il diritto di offendere, deturpare ed odiare: #adessobasta.
2 Commenti
|
Archivio
Agosto 2017
|