E' da ieri pomeriggio che nella testa mi gira incessantemente un pensiero: la violenza sta tornando ad essere il piede di porco con cui rubare l'attenzione, mediatica e sociale che sia. I pensieri però vanno anche approfonditi e contestualizzati, di fianco alle immagini degli scontri di Trastevere mi viene pure in mente un Paese congelato e sordo rispetto a determinati temi, mi viene in mente la parola "esasperazione" e ricordo che certi cattivi maestri è da mesi che la cavalcano impunemente per fini elettorali. I temi però sono vitali e, guarda caso, sempre gli stessi: sicurezza, diritti, speranza ed ognuna di queste parole è un mondo di sottocategorie, un caleidoscopio di vissuti ed incertezze che drogano non tanto il futuro delle persone (concetto assai generico) quanto il loro presente. Disoccupati, esodati, studenti, malati di Sla, pastori sardi, Sulcis, Ilva. Boom. Credo però che sia la violenza stessa a ditruggere anche le ragioni più buone ed inattaccabili, in questo il mio pensiero è l'antitesi del marketing della rabbia che sta facendo il signor Grillo ed i partiti di estrema destra che da sempre aizzano le persone come se fossero dei cani da combattimento. La violenza fa parte della natura umana, questo è vero, ma non posso accettare che delle persone a mente fredda e nelle comodità delle proprie case (a cinque stelle) fomentino ragazzi solo perchè attraverso un "vaffa" hanno trovato la strada di interpetare il loro malessere. Quanto al governo Monti, invece di perdersi in polemiche in difesa degli studenti o dei poliziotti, sarei felice che in questa fase concusiva del suo mandato volgesse lo sguardo non alle conseguenze ma alle cause del disagio. Ci ha salvato dal baratro dopo la vergognosa era berlusconiana , ok, ma ora dedichi questi ultimi quattro mesi ad un tema che da sempre è sulla sua agenda: l'equità. E non per fini propagandistici, santo Dio, ma perchè è semplicemente giusto ridare dignità alle PERSONE che stanno soffrendo questa crisi sulla propria pelle; che siano uomini o donne, operai o studenti, in divisa o in jeans.
1 Commento
Gentile Direttore,* ho letto con amara partecipazione il bell'editoriale di Scalfari inerente a Grillo, catastrofe annunciata. Articolo assai intenso e partecipato ma, mi perdonerà il fondatore de "La Repubblica", a mio avviso poco utile. Sono infatti convinto che la maggioranza dei vostri lettori sia ben consapevole che il comico genovese è un demagogo pernicioso e populista, perchè continuare a ripeterselo? Proprio perchè Grillo «gode d'una posizione mediatica incomparabilmente superiore a qualunque altro leader politico di oggi e ieri» la resistenza (ed ero tentato di usare la maiuscola) che dobbiamo organizzare deve andare oltre i limiti del normale confronto elettorale. Io, Direttore, ho 32 anni, ricopro un piccolo ruolo territoriale per il Partito Democratico e ritengo che il cambiamento sia possibile anche senza seguire le sirene di Grillo o quelle del più dignitoso Renzi. E' però drammaticamente evidente che le mie risorse, e quelle dei coetanei impegnati in politica, vengono quotidianamente mortificate dall' immobilismo endemico del nostro paese, lo stesso che porta frecce ai vari "vaffa day" ed è la base di ogni volontà rottamatrice. Conosco tanti amici, menti giovani e fresche, che stanche di non essere ascoltate, apprezzate e riconosciute stanno cedendo alle lusinghe di chi sta valorizzando (sia pure nella direzone sbagliata) il loro talento o è così bravo da dargli la sensazione di farlo. In questo senso io invito voi, invito la politica di qualsivoglia colore e chiunque ami con pragmatismo questo Paese ad essere culturalmente rivoluzionario e provare a fare un ulteriore passo in avanti, soprattutto in vista delle grandi sfide che ci aspettano (le primarie, le politiche nazionali, le amministrative e l'elezione del Presidente della Repubblica). Mi piacerebbe uno Scalfari o un Mauro ambasciatori del confronto sulle colonne de "Il Fatto Quotidiano", mi piacerebbe trovare sul vostro quotidiano la testimonianza dello studente e dell'esodato assieme ai bravissimi Giannini, Lopapa, Rampini, D'Arcais, ecc., mi piacerebbe un segnale Direttore, forte e chiaro, che possa controbilancare il dilagare di tanti veleni che rischiano di infettare un paese ancora convalescente dopo lo scempio dell'era berlusconiana. Grazie per il suo tempo *lettera a "La Repubblica" del 4/11/2012. |
Archivio
Agosto 2017
|