La sera si avvicinava ed il sole rosseggiava basso sulla capitale, Renzi's Landing, quando Lady Bindy immerse la piuma d'oca nell'inchiostro, appose la sua firma sotto la lista dei nomi e consegnò la pergamena ai servi di palazzo affinché la diffondessero quanto prima. Questi, dopo un rapido inchino, la misero in una custodia di pelle di cervo ed uscirono in silenzio dal grande salone.
Fu dopo pochi minuti che una mano robusta bussò con forza al portone della sala, era il capo delle guardie che avvisava la Lady che i membri del Consiglio che lei presiedeva, quello etico, desideravano parlarle. Ad un cenno della donna le guardie si fecero da parte ed una folta delegazione di Lord Consiglieri entrarono trafelati. "Lady Bindy, a nome della Commissione di cui faccio parte intendo oppormi a questa procedura inusuale e lesiva della dignità del Consiglio!" tuonò l'uomo dai capelli color argento che per primo varcò la soglia d'ingresso. "La lista da voi diramata, Milady, non è stata condivisa con la Commissione, i nomi presenti non sono stati ponderati. Come avete potuto fare una cosa del genere?". La donna alzò lo sguardo verso il membro del Consiglio e fece un leggero sorriso "Non capisco le vostre obiezioni, Lord Consigliere. Sono o non sono la massima autorità di questo Consiglio? Ho fatto quello che ritenevo più giusto". L'uomo poggio le mani sul grosso tavolo in legno di faggio che lo separava dalla Lady e protese il corpo nella sua direzione: "Si Milady ma voi, col pretesto della segretezza, avete gestito in totale autonomia i rapporti con la Procura delle terre vicine alla NeaPolis e le prefetture del posto. Avete curato voi, con i vostri fiduciari, la compilazione della lista, noi non ne sapevamo nulla!". Lady Bindy restò qualche secondo in silenzio e fece alcuni passi in direzione della grande vetrata che si affacciava su di una delle piazze più belle del regno, il sole tramontava ed accarezzava i maestosi palazzi della capitale. "Queste accuse mi offendono, Lord DiLellys. Io ho rispettato la legge consegnando ai cittadini del regno l'elenco dei malfattori che non ritengo degni di ricoprire cariche pubbliche. Né voi né nessun altro avete il diritto di contestare una mia decisione". I membri del Consiglio, nel sentire queste parole, si guardarono l'un l'altro indignati e con gli occhi infuocati dallo sdegno presero la parola: "Milady, col dovuto rispetto, come potete parlare a nome di tutti noi senza averci consultato? La commissione che doveva discutere è durata i pochi minuti necessari alla distribuzione delle pergamene! E' stata una farsa, non c'è stata nessuna discussione!", e poi "Alcuni di questi presunti crimini sono avvenuti decadi fa, quale degna autorità può diffondere una lista del genere il giorno prima che il popolo si accinge ad esprimere un voto sui Lord che dovranno governare le terre confederate?" e ancora "Lady Bindy, i criteri da voi utilizzati non figurano su di una legge del Regno ma solo su una pergamena che rimanda ad un codice etico che non dà luogo a sanzioni! Esisteva già una legge, quella voluta dalla Gran Cancelliera Severyno, che definisce i criteri in base ai quali non si possono ricoprire incarichi pubblici! Cosa dite in proposito?". Le voci si fusero in un unico groviglio di parole e proteste sdegnate fino a che il senso delle frasi si perse nel caos. Poi, com'era nato, il rumore cessò ed i Lord guardarono la donna, aspettando una sua risposta. Questa si voltò e li scrutò in modo strano, con un'aria stanca: "Lord consiglieri, non ho molto da dirvi se non che la Commissione ha applicato scrupolosamente il regolamento, io non mi sottraggo alle mie responsabilità e sono in pace con la mia coscienza. Se non avete altro da dirmi vi invito a lasciare le mie stanze". Solo una voce ruppe il silenzio gonfio di indignazione che ne seguì: "Alcuni potrebbero pensare che abbiate usato la nostra Commissione per attaccare il re, sarebbe davvero grave aver sporcato una Commissione sacra come la nostra per saldare una questione privata tra il sovrano e la minoranza dei Lord contrari alla sua elezione. Farebbe calare vergogna su tutti noi, non credete Milady?". Il sole era tramontato, le tenebre avvolgevano ormai la capitale come fumo denso e lo sguardo della donna era avvolto dalla penombra. "Giudicherà il popolo chi usa le istituzioni per fini politici" disse dando le spalle al Consiglio ed uscendo dalla stanza tramite un piccola porta sul retro. Nel frattempo i servi, senza proferir parola, erano entrati nella stanza con lo sguardo basso. Avevano in mano candelabri d'argento grandi e pesanti ma la luce che diffondevano nella stanza era bassa e flebile.
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Agosto 2017
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