Caro Presidente,
mi chiamo Stefano e, oltre ad essere iscritto all'Anpi ed essere stato membro del suo Direttivo presso la sezione "A. Raponi", sono stato Segretario della sezione Italia Lanciani del Partito Democratico. Ho letto con attenzione la tua intervista a "La Repubblica", in cui sostieni che "il Pd non ha rispetto della nostra storia" e spieghi le ragioni per cui ritieni sia meglio non partecipare alla Festa dell'Unità. Il fulcro del problema sembra essere che l'Anpi vorrebbe, alla festa d'un partito che ritiene talmente importante la riforma costituzionale da stampare "l'Italia che dice Si" sulle proprie tessere, sostenere con i banchetti le ragioni del "No". "Se invito qualcuno a cena, non gli dico di chi deve parlare bene e di chi male. Lo lascio libero di esprimersi" sostieni nell'intervista, vero ma se invito un caro amico al compleanno di mio padre e lo trovo in un angolo del soggiorno a sostenere pubblicamente che le sue idee non valgono nulla chiedo gentilmente all'amico di smetterla e, se vuole, di confrontarsi con me o con lui. E non credo così facendo d'essere sgarbato con l'amico quanto, piuttosto, di tutelare mio padre. Sostieni inoltre che la Festa dell'Unità è una festa di tutti e che "non si possono porre dei limiti tranne quello di non ammettere i fascisti". Quindi i fascisti non li facciamo nemmeno presenziare ma assieme a loro (penso a Lega, ad certi esponenti di Forza Italia, a Grillo che sostiene "l'antifascismo non mi compete" e - ovviamente - a Casapound) votiamo "No" alla madre delle riforme del principale partito di centro sinistra italiano? La cosa mi confonde. Per il grande rispetto che nutro per la tua storia e di tutti i partigiani come te, per l'antifascismo della tua generazione che continua a camminare sulle gambe della mia, perché credo che siano immensamente più le cose che ci uniscono (l'antifascismo, la lotta al razzismo, all'omofobia, alla xenofobia, all'antisemitismo, al terrorismo e alla illegalità, solo per citarne qualcuna) da quelle che ci dividono ti chiedo di partecipare alla Festa dell'Unità organizzata dal Partito Democratico perchè è anche la tua, anche la nostra festa. Non è questa la sede per elencare le ragioni che spingono me, e i tanti promotori del "Sì", a sostenere con forza questa riforma, credo peraltro che tu le conosca come io, forse, conosco le opposizioni dei comitati per il "No" (e non considero neanche tutti quelli che non vedono questa riforma come un fine ma come un mezzo per colpire Matteo Renzi). Ti invito piuttosto a valutare la Festa dell'Unità come un luogo di confronto democratico piuttosto che di contrapposizione sterile d'idee, ai dibattiti partecipano molti comitati per il "No" e sarebbe molto più interessante conoscere le tue posizioni lì piuttosto che assistere all'autoreferenzialità d'un banchetto isolato. Ho letto di non pochi partigiani che sosterranno il "Si" - da Innamorati, a Petacco, al "diavolo" Nicolini solo per fare qualche nome - questo conferma, secondo me, quanto questo tema richieda non arroccamenti ma ulteriori momenti di approfondimento ed analisi, spero condivise. Ti ringrazio per il tuo tempo e ti saluto con stima. Stefano Borioni
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Agosto 2017
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