C'era una volta Berlusconi e, assieme a lui, c'era l'anti berlusconismo, quella bella trovata italiana che - al di là delle chiacchiere - ha consentito a Silvio di fare del nostro Paese quel che ha voluto, con buona pace delle riforme, dei diritti e della crescita. Col berlusconismo era facile, per raggiungere una sintonia bastava essere contro il Cavaliere, ecco dunque nascere variegate alleanze ed unioni che andavano da Mastella a Diliberto, poco importa se non riuscivano a mettersi d'accordo su nulla, bastava l'impegno.
Tramontata l'era Berlusconi sia una certa politica che una certa stampa, a corto di fantasia ma con tanta voglia di non perdere i propri benefit, ha provato a riversare la medesima ostilità su chi ha un carisma simile ma, differenza non da poco, le riforme le sta facendo davvero: Matteo Renzi. Come in ogni buon libro giallo numerosi e diversificati sono stati i fautori di questo neo anti renzismo, persino all'interno dello stesso Partito Democratico. Prima di tutto i politici di vecchio corso, sorpresi che qualcuno facesse quello che loro avevano promesso per anni, hanno via via esplicitato il proprio dissenso con attacchi sempre più evidenti. D'altronde il fatto che per vedere approvate leggi come Italicum, Job Act, Buona Scuola, riforma della PA non abbiamo dovuto aspettare i racconti dei nipoti è stato un evidente colpo di mano decisionista, roba da far impallidire la Repubblica di Weimar. La seconda categoria politica, le "nuove proposte", vede schierati sia gli entusiasti grillini che i tristi epigoni dei sopracitati leader. Mentre i primi alternano j'accuse, interrogazioni parlamentari sulle scie chimiche pagate da Bildenberg e imbarazzanti scuse su Quarto, i secondi - che dopo anni d'attesa all'ombra di qualche segreteria già si aspettavano in dote il Paese - hanno cercato di vincere la delusione creando partiti che, ahimè, ad oggi ancora raccolgono percentuali elettorali simili al prefisso telefonico di Gallipoli. Terza categoria: la stampa antagonista a priori, basti pensare agli ultimi articoli de "Il Fatto Quotidiano" che, per attaccare il Premier, deve rincorrere a teoremi assurdi (vedi Banca Etruria che, per ammissione degli stessi promotori, non ha portato a nessuna inchiesta), ricostruzioni fantasiose (i Rolex che Renzi avrebbe sottratto alla sua stessa delegazione in Arabia Suadita) e sfottò estetici di Scanzi e Travaglio ("adiposo", "bombolo", "Fantozzi") che lascerebbero interdetti anche alla festa delle medie di Elio. Ma alla malafede non c'è mai fine ed ecco che perfino il giro di vite contro i dipendenti pubblici che timbrano in mutande o l'abolizione di Senato e CNEL (un carrozzone da 20 milioni di euro l’anno che in 57 anni di vita ha partorito 14 bozze di disegni di legge e ne ha approvate zero) trovano i loro detrattori. Nello specifico Lega, Forza Italia, M5S e Sel, tutti mano nella mano a difendere questo scempio, pur di avversare il Governo. Niente di particolarmente lontano da quando i grillini hanno fatto eleggere Matteoli (già rinviato a giudizio per corruzione nello scandalo Mose) Presidente di commissione Lavori pubblici al Senato, motivando che votavano compatti con Forza Italia per fare un dispetto, "uno sgambetto al Pd" (Cioffi, M5s). La stessa Forza Italia che, sempre per sgarbo a Renzi, ha votato contro il reato d'omicidio stradale, bloccando una legge fondamentale alla faccia dei morti ammazzati in strada e dei loro assassini che se la sono cavata con una tirata d'orecchie. Ed a livello locale cambia poco, come dobbiamo giudicare un politico come Marino che elude la partecipazione alle primarie (quello si un luogo di confronto democratico in cui presentare la propria proposta e valutare il reale consenso tra la gente) ma, in aperta polemica con Renzi, lascia trapelare di volersi candidare al di fuori delle primarie solo per levare voti e far perdere il Pd? Come si può strumentalizzare una città di tre milioni di persone per una ripicca personale? In tal senso io, con la stessa passione con cui ho aderito al comitato degli amici di "Ora Si!" per la Riforma della Costituzione e sosterrò Roberto Giachetti a queste primarie, voglio esprimere tutto il mio disgusto per questi tatticismi giocati sulla pelle delle persone. Trasporti, Ama, messa in sicurezza delle strade, integrazione culturale, trasparenza, digitale, asili, non serve un genio per capire di cosa hanno bisogno oggi i romani, basta vivere a Roma. L'ho detto lo scorso mese nell'intervista a Repubblica Tv quando ero ai gazebo di Piazza Bologna: la forza propulsiva nazionale, quella che sta facendo tornare in piedi il nostro Paese, a Roma non è ancora arrivata. Come quando Milano trovò la forza di scendere in strada e ripulire la città dalla scia di deturpazione del NoExpo, i cittadini e gli amministratori volenterosi di Roma devono trovare la forza di pulire Roma da tutto quello che l'ha sfigurata. Viviamo in una delle epoche più complesse della storia moderna, gli scenari cambiano e non sempre sono decifrabili. Questa complessità, al di là di come la si pensi, pretende un confronto sulle idee, serrato, ma non di certo precostituito, personalistico o vendicativo.
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Agosto 2017
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