Stamattina parlavo con un negoziante di Piazza Bologna, il quartiere dove abito, a proposito delle sue paure di addobbare vetrine e portico per Natale. La sua perplessità, fomentata da alcuni residenti con cui si era confrontato negli ultimi giorni, era quella di poter essere offensivo verso altre religioni. "Sai, io sto sulla strada tutto il giorno, meglio non farli incazzare questi qui..." mi ha quasi sussurrato.
Ma questi chi? Capiamoci, capisco che essere bombardati da cadenzate iniezioni di terrore e storytelling di attentati ed invasioni sia stressante, ma forse è il caso di fermarsi un secondo a riflettere. Io sono di centro sinistra e credo che il dialogo ed il confronto interculturale sia una ricchezza per nostra società, ma sono convinto che soffocare le nostre tradizioni e la nostra identità per una zona grigia ed indistinta di politically correct al ribasso inzuppato nella paura sia un grave errore. Il sottoscritto, per esempio, al Natale associa il presepe che faceva da bambino nel salotto di sua nonna, gli operai che montavano le luci nelle strade ed il quartiere che, improvvisamente, s'illuminava. Questo dovrebbe essere offensivo verso qualcuno? E se pure offendesse una persona su mille quella singola persona dovrebbe privarci di questa grande festa collettiva, religiosa o laica che sia? Ho promesso all'amico negoziante di portargli una ghirlanda e gli ho strappato l'impegno di appenderla senza timori. Lo farà?
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Agosto 2017
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