Ritirato il provvedimento che tagliava di 150 euro il compenso degli insegnanti. Bene. O no? Certo, bene per gli insegnanti (che restano comunque tra i meno pagati d'Europa) ma ci basta questo? Già in queste ore il rimpiattino delle responsabilità, tra il Ministero di Saccomanni e quello della Carrozza, è di per sè uno spettacolo avvilente, di quelli che di solito finiscono a tarallucci e vino. A voler inaugurare degnamente questo 2014 sarebbe prima di tutto bello capire chi ha sbagliato visto che quando a sbagliare è la gente comune (chessò, il ritardo nel pagamento di un bollettino) le conseguenze arrivano subito, crisi o non crisi. Questo è quanto accaduto nelle ultime ore: in serata Renzi dichiara che bisogna riparare alla figuraccia (e l'ho trovato sacrosanto), Letta si fa carico della questione (benissimo) e la pezza è stata messa. La domanda però resta sempre la stessa: basta così? Navighiamo a vista fino al prossimo intoppo? E poi ricominciamo con gli scioperi, i sindacati, i giornali che sparano a zero, il populismo servito su un piatto d'argento a Grillo, Berlusconi ed a tutta la famiglia allargata dei forconi? Sulla base del senso di giustizia che dovrebbe animare un partito di centro sinistra sarebbe invece bello che da subito Segretario e Premier chiedessero con forza di capire come sia possibile che un Ministro dia dei soldi e poi li chieda indietro, sarebbe bello chiedessero che chi ha sbagliato, chiunque sia, si assumesse le responsabilità dei propri errori. Questo si che leverebbe argomenti ai tanti suddetti detrattori, questo si che sarebbe d'esempio per le persone, questo si che allevierebbe il dilagante conflitto sociale. Detto in altri termini, se mettere una pezza era necessario (e lo era), il cambio di passo non può prescindere da un cambio di prospettiva. Renzi ha accelerato un gioco che prima andava più lento, ora il nuovo ritmo è questo ed un mandato ampio ha in sè impliciti rischi di cui più di un nemico potrebbe approfittare, seppure in malafede (i nemici ci sguazzano nella malafede, si sa). Quindi ok: bene il Governo sugli insegnanti, bene non fare cassa sull'istruzione ma ora pensiamo al lavoro, pensiamo a salvare davvero imprese e giovani da un futuro che futuro non è. E chi in queste ore si lamenta, chi crede che la cultura sia un costo per il Paese, pensi che costo è l'ignoranza.
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Agosto 2017
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